Il Giro D’Italia – sudate a 400 ISO

Preparare la campagna del Giro d’Italia è una bella sudata. Niente come correrlo, ovviamente, e massimo rispetto per chi ogni anno si cimenta nella Corsa più dura del mondo nel Paese più bello del mondo, però un pochino, nel nostro piccolo, abbiamo sudato le nostre 7 maglie rosa.

Non spoileriamo la campagna e neppure la sigla di quest’anno, parliamo d’altro. Per esempio di luci, di riflessi e riflessioni ad esempio dentro agli occhiali. Accenniamo ai muscoli tesi, in particolare quelli del viso del nostro ciclista, stavolta un vero ciclista che dopo un giorno di shooting decide che “domenica non esco” perché ha già dato. La Maglia Rosa per esempio, fa abbastanza impressione, soprattutto indossata da persona magra e atletica con questo nuovo logo Enel in bianco tanto discusso.

Poi gli Art Director. Siamo in tre. Uno per la Stampa, uno per il video e uno “on Top” come piace dire oggi agli uomini di Bocconi. E un boccone ce lo siamo mangiato anche noi comunicatori di ciclismo, un salutare catering-panino ricordando il bellissimo AbuDhabi Tour e le trasferte nel deserto e nella capitale della fantascienza: DUBAI.

Vogliamo parlare di luci? Di DOP? Di Direzione della Fotografia? Lasciamo fare, diamo indicazioni, l’immagine dev’essere morbida ma avere dei contrasti forti. Come sempre l’incoerenza paga alla fine e si ottiene una luce un po’ magica.

Remo spara musica a Volume perché così ci immergiamo nell’atmosfera giusta, l’atmosfera della potenza, della velocità, della Milano che spinge, una Milano da Correre. Iniziamo a scattare e come sempre il clima è romano-milanese con il nostro tocco esterofilo-provinciale con accampamento in Brera. Siamo noi, siamo qui, siamo nella musica e tra un flash e l’altro le immagini vengono spinte nel sensore e poi nel mattone arancione della LaCIE, sempre fedele. Adesso tocca al panno verde e alla sigla del Giro d’Italia 99.

Tutto diventa verde. Perché la sigla quest’anno sarà verde? Ovviamente non lo Spoileriamo. Anzi direi di no. Il verde scompare e purtroppo non è solo un imperativo cinematografico. Detto questo giriamo nel vero senso della parola, giriamo la ruota, giriamo la camera, giriamo con una RingLight che fa degli occhi bellissimi ma lo usiamo per illuminare degli occhiali a specchio. Alla fine finiamo. Quasi. E tutto ci sembra una grande partenza.

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