CHAT-GPT, lunga vita ai copywriter

Il sistema di intelligenza artificiale generativa testuale di OpenAI è tanto popolare quanto ancora sfuggente. Per imparare a conoscerlo bisogna studiarlo, consapevoli che l’evoluzione è solo all’inizio, che cambieranno molti processi lavorativi e che anche il diritto si aprirà ai software AI. Che sono e resteranno tra noi, come alleati preziosi e senza mietere vittime.

Tre mesi per conquistare titoli dei giornali, emergere come un perenne trend sui social, ridisegnare le strategie aziendali e riaprire l’antica questione delle macchine che rimpiazzano luomo, con milioni posti di lavoro teoricamente destinati a saltare per colpa del progresso tecnologico. In novanta giorni appena, ChatGPT ha squassato lopinione pubblica, amplificando lentusiasmo di chi vede nel software che assicura repliche esaustive e scorrevoli a domande scritte, anche complesse, un alleato per affinare le proprie attività. Dallaltra parte, però, ha generato ansia tra chi guarda con scetticismo allavanzare di un cervello virtuale, tanto istantaneo nel fornire risposte, quanto incapace di superare lautomatismo legato alladdestramento ricevuto.

La rete neurale artificiale progettata da OpenAI trae forza dalla quantità di dati testuali che incamera grazie al machine learning, con lausilio di circa 200 miliardi di parametri numerici. Nella sola prima fase gli sviluppatori gli hanno dato in pasto più di 800 GB di testi, tra cui lintera versione di Wikipedia in lingua inglese. Si può quindi capire la facilità di reazione del chatbot nelloffrire precisi responsi agli innumerevoli e diversi interrogativi arrivati dai milioni di professionisti e curiosi che lhanno provato. La gran parte lha fatto subito dopo il rilascio, quando era gratuito, mentre di lì a poco i costanti bug del servizio dovuti ai picchi di traffico hanno portato OpenAI a introdurre la versione plus, al costo di 20 dollari al mese. Questultima è per ora disponibile solo negli Stati Uniti e permette agli abbonati di avere accesso diretto anche nelle ore di punta (cioè quando il sito rischia di andare in tilt), tempi di risposta più rapidi e la fruizione di nuove funzionalità che arriveranno più avanti. Pur mantenendo la versione gratuita, a fronte degli ingenti investimenti dei fondatori e delle ulteriori enormi somme che occorrono per continuare lo sviluppo di un chatbot che è ancora un prototipo, monetizzare era uno degli obiettivi del Ceo Sam Altman.

© ChatGPT
Di certo i finanziatori non sono mai mancati al 37enne ex presidente di Y Combinator, uno dei più noti acceleratori di startup a stelle e strisce (che tra le varie ha puntato fiches su Airbnb, Reddit, Twitch, Dropbox, DoorDash, Stripe e Coinbase), perché a sostenere il progetto cerano alcuni tra i personaggi più facoltosi della Silicon Valley, come Peter Thiel ed Elon Musk, ma anche compagnie con le casse piene di soldi e a caccia di gemme grezze con cui anticipare il futuro. È lidentikit di Microsoft, che sotto la guida di Satya Nadella dal 2019 ha investito su OpenAI mettendo sul piatto prima 1 miliardo di dollari, per salire poi fino a 10 miliardi. Oltre a voler democratizzare lAI come nuova piattaforma tecnologica e far progredire il suo sviluppo in maniera responsabile”, Microsoft ha subito integrato ChatGPT nel suo motore di ricerca Bing, nel browser Edge e su Windows 11, anticipando così Google con lauspicio di guadagnare popolarità e recuperare terreno sul rivale che domina il settore delle ricerche online (e quindi delladvertising, sinonimo di denaro).

© Microsoft Bing
Per riuscirci Bing sfrutta l’esclusività della novità, che come dimostrato in alcuni esempi permette di andare oltre la semplice ricerca, interagendo con lutente sotto forma di dialogo con cui elenca una serie di possibili risposte alla domanda iniziale. Nei casi prospettati da Microsoft, il motore di ricerca descrive le ricette replicando alla richiesta di un menu di tre portate con dessert al cioccolato per una cena di sei persone che sono vegetariane”. Un altro esempio della capacità di reagire a input lunghi, completi e complessi e delleterogeneità delle informazioni che il chatbot ha interiorizzato, pescando all’istante dal suo serbatoio, riguarda le istruzioni per lavoretti per bambini usando solo scatole di cartone, bottiglie di plastica, carta e spago”, con Bing che rimanda agli articoli a tema di sei siti in cui si spiega come realizzare acquari, robot, macchine fotografiche, alberi e casette con i materiali suggeriti nella richiesta.

© Microsoft Bing

Al di là delle battaglia tra colossi, di sicuro c’è che il chatbot testuale più ricercato in assoluto moltiplicherà la sua presenza in breve tempo, perché OpenAI ha annunciato la disponibilità delle API, aprendo la strada agli esperimenti degli sviluppatori, che potranno integrare il servizio in app e siti web. Consapevoli che quindi lAI tenderà gradualmente a pervadere settori, società e servizi differenti, uno dei punti critici del suo avvento è cosa riserverà alluomo. In particolare a una serie di figure professionali legate alla gestione delle parole, come il copywriter e il giornalista. Qui si ricrea lormai consueto schema tra apocalittici e integrati, che si ripete per fotografi e illustratori se loggetto di indagine è lAI generativa che trasforma il testo in immagine. Al netto delle convinzioni di ognuno, si può dire che stavolta tra il bianco e nero ci sono più di 50 sfumature di grigio perché – premesso che stiamo grattando solo il primo strato di una scatola nera di cui stiamo imparando a conoscere le soluzioni che ci propone, senza avere nessun dettaglio su come e perché fornisce quei risultati e non altri – non abbiamo la possibilità di scegliere se accettare o rifiutare lintelligenza artificiale, ma abbiamo il dovere di capire in che modo possiamo utilizzarla per migliorare una serie di attività, così da semplificare e velocizzare processi che consentano alluomo di focalizzare le energie su altre mansioni.

 

ChatGPT e Giornalismo, le due parti della mela

Lintelligenza artificiale ha il potenziale per migliorare il giornalismo più di quanto sia mai stato fatto finora, o semplicemente di sostituirlo”. Sono parole che fanno rumore perché pronunciate da Mathias Doepfner, amministratore delegato di Axel Springer, leditore più popolare di Germania e tra i più importanti in Europa, che profila il possibile rimpiazzo dei giornalisti con l’intelligenza artificiale. Un processo già in parte attivo poiché la stessa azienda ha pianificato tagli al Die Welt e alla Bild con lottica di migliorare i conti e avviare una trasformazione in una media company completamente digitale. Secondo Doepfner continueranno ad emergere i giornalisti dinchiesta e quelli specializzati, oltre a chi realizza contenuti originali, mentre chi cucina il giornalesarà destinato a soccombere davanti ai nuovi aggregatori di notizie, più rapidi ed economici.

Lo scenario paventato dai tedeschi appare fin troppo nebuloso e punta i fari su un futuro a medio-lungo termine, tuttavia lAI nei giornali ci è già entrata e, una volta aperta, la porta non è destinata a richiudersi. Leditore inglese Reach PLC sta valutando se affidarsi a ChatGPT per la scrittura di notizie di cronaca locale su Daily Mirror, mentre BuzzFeed ha deciso di testare software AI per proporre ai lettori quiz personalizzati, che prendono forma in relazione alle preferenze e alle loro precedenti risposte. Sperimentare è doveroso, consapevoli che si possa incorrere in clamorosi flop e rivedere certe convinzioni, come successo a CNET, popolare sito di tecnologia americano che ha dovuto correggere gran parte degli articoli firmati da un software, in cui abbondavano le imprecisioni.

© ChatGPT

Laffidabilità del contenuto è una dei temi più delicati riguardo al ruolo che può rivestire per il giornalismo lintelligenza artificiale e in particolare ChatGPT. A dirlo sono gli stessi esperimenti, perché il nuovo Bing sorprende anche per le impreviste reazioni dellAI che hanno disorientato, in certi casi intimorito e ferito, lutente con cui interagiva. Gli esempi si sono moltiplicati nellarco di pochi giorni, con conversazioni inquietanti” come quella raccontata da Kevin Roose, giornalista tech del New York Times, rimasto scosso dal tentativo di persuasione del software sullinfelicità del suo matrimonio e conseguenti offese sul recente San Valentino trascorso con la moglie. Il punto è che non si tratta di un caso isolato, perché Microsoft è stata tirata in ballo da decine di lamentele per colpa di bugie, insulti e manipolazioni emotive avanzate dal motore di ricerca, costringendo la compagnia ad ammettere i limiti del sistema davanti a risposte inaspettate e imprecise dovute a diverse variabili, come la lunghezza della richiesta o un contesto poco specializzato o aperto a più interpretazioni”.

Se è facile riconoscere repliche sballate, più complicato è scoprirle quando si entra nella sfera del verosimile, perché ChatGPT fornisce anche contenuti credibili ma non veri. E di fronte a repliche plausibili ma non completamente corrette o addirittura errate, si può rimediare solo con la propria conoscenza. A delimitare il perimetro dazione degli attuali sistemi di intelligenza artificiale è anche lincapacità del software di apprendere ciò che accade in tempo reale, perché una AI generativa che incamera informazioni mediante addestramento è per definizione legata a ciò che è già stato. Lincapacità di immagazzinare il presente mentre accade segna la distanza dallessere umano, perché i chatbot di questo tipo possono gestire solo dati noti, i secondi anche quelli nuovi.

© ChatGPT

Valutare la qualità di un contenuto, ottenere informazioni inedite e realizzare interviste, ma anche interpretare i dati, individuare trend emergenti e delineare scenari, senza tralasciare la verifica dei fatti, restano esclusive della razionalità, che definiscono i ruoli delle forze in campo, nonché i motivi per cui lintelligenza artificiale è e sarà un efficace assistente nello sfornare contenuti semplici, circoscritti per temi e tempi. Poter ottenere in pochi attimi linformazione che occorre da una enorme mole di dati grazie allaiutante virtuale che raccoglie e organizza le informazioni per noi, significa che avremo la possibilità di impreziosire le nostre produzioni originali in virtù di una maggiore specializzazione, permessa appunto da chi ci sgrava di compiti tecnicamente semplici ma dispendiosi in termini temporali.

Chiedere di più al software è per ora rischioso perché, se fosse lui a gestire il timone, la nave potrebbe andare a sbattere o inabissarsi. Anche qui gli esempi sono molti e restando a ChatGPT simbolico è il caso di Seinfled, una sitcom statunitense famosa a inizio anni Novanta che su Twitch è stata riproposta di recente in una versione automatizzata, con i dialoghi realizzati tramite intelligenza artificiale. Dopo mesi di trasmissioni qualche settimana fa lo show è stato sospeso per le battute considerate transfobiche – non ammesse dalla policy di Twitch e non previste dai creatori della serie – messe in bocca al protagonista Larry Feinberg per la mancanza degli strumenti di moderazione del modello di Chat-GPT3 scelto in fase preliminare dagli autori della sitcom. Affidarsi a un software per scrivere una sceneggiatura può innescare, quindi, un corto circuito dove non ci sono colpe ascrivibili all’essere umano, se non lincapacità di comprendere i limiti dei chatbot.

 

Lunga vita ai copywriter, che sapranno sfruttare i software AI

Le due competenze necessarie per gestire e sfruttare in maniera vantaggiosa quanto offrono i modelli di intelligenza artificiale generativa sono, al momento, labilità di scrivere un buon input e la capacità di verificare il livello qualitativo delloutput generato. Ammesso (e non sempre concesso) che grammatica, sintassi e lessico siano corretti e coerenti, fatti, affermazioni, numeri e misure ottenute in risposta devono sempre essere verificate e valutate prima delleventuale uso e diffusione. In questottica, più ancora dei giornalisti sono i copywriter e le figure attive nel marketing a trovarsi di fronte a una rilevante svolta professionale, perché ChatGPT e affini stanno ridisegnando i processi lavorativi. Che non equivale a cancellare quanto imparato nel corso della carriera, bensì ampliare il raggio dazione, agevolare la creatività e migliorare lefficacia di messaggi e campagne pubblicitarie.

Poter contare su chi fornisce spunti in mancanza di idee, elenca statistiche che richiederebbero altrimenti parecchio tempo, e individua richieste ed esigenze più gettonate dai clienti, è come avere sulla scrivania il genio della lampada che apparecchia la tavola e azzera lattesa. Per centrare il bersaglio, però, si deve poi dare forma e sostanza al materiale grezzo, con un passaggio che implica il ricorso a un linguaggio empatico, alla capacità di sorprendere, emozionare, convincere e coinvolgere il target di riferimento. In sintesi, a stabilire un tone of voice che rappresenta la propria unicità rispetto agli altri.

La capacità di emergere e differenziarsi in un mare magnum di messaggi fin troppo simili, se lasciati in toto allattività dellAI, resta dunque il valore aggiunto di un copywriter. La stessa ChatGPT a specifica domanda sulla possibilità di rimpiazzare gli autori dei testi è netta: Posso aiutare a generare idee per i contenuti, suggerire parole e frasi pertinenti, verificare la grammatica e l’ortografia e fornire suggerimenti di ottimizzazione SEO. Tuttavia, ci sono ancora aspetti del copywriting che richiedono la creatività e il tocco umano, come la capacità di creare connessioni emotive con il pubblico e di sviluppare una voce distintiva per un brand. In sintesi, mentre posso assistere i copywriter, non posso sostituire completamente il loro ruolo nella creazione di contenuti di qualità”. Game, set, match.

© ChatGPT

 

Software AI e diritto dautore, l’esigenza di una nuova visione

La facilità con cui si possono ottenere testi (ma anche immagini e col tempo il copione si ripeterà con stringhe di codice, file audio, video e modelli 3D) da una AI generativa impone di capire come vanno inquadrati i contenuti prodotti in tal modo, a prescindere se siano o meno poi diffusi pubblicamente. A chi appartiene la proprietà di un testo ottenuto grazie a ChatGPT e i suoi fratelli? La domanda è dobbligo, la risposta assai complessa, anche e non solo perché si tratta di materia viva, in continuo divenire e perciò impossibile da circoscrivere entro confini precisi e definiti. Senza dimenticare, poi, che a livello legislativo ci sono profonde differenze di vedute tra Stati Uniti e Unione Europea, tanto per considerare due visioni spesso agli antipodi, tenendo a mente che almeno per ora la Cina non sembra interessata alla questione, poiché vuole creare intelligenze artificiali simili al suo interno, in modo da gestirle a proprio piacimento ed evitare risposte che potrebbero creare imbarazzo al regime.

Tanto per farsi unidea sulla maggiore elasticità americana basta considerare il fair use, disposizione legislativa che regolamenta, in determinati contesti e rispettando certe condizioni, la facoltà di utilizzare materiale protetto da copyright per scopi informativi e di critica, senza dover ottenere lautorizzazione da chi detiene i diritti. Quando occorrono una quantità enorme di dati e contenuti digitali, il fair use legittima quindi la pratica duso, nonostante si tratti di materiale protetto, concezione estranea alle nostre latitudini (italiane ed europee, non fa differenza).

Per addentarci in una questione di diritto spinosa quanto articolata, in linea di massima possiamo partire dal presupposto che il ricorso alla tecnologia digitale e allintelligenza artificiale per realizzare unopera non implica la decadenza del diritto dautore, in quanto prodotto dallingegno umano. A determinare in quale categoria inserire tale prodotto è proprio il livello di creatività dellautore, che deve essere riconoscibile e non sopraffatto dalloperato del software. Nellordinamento italiano, secondo lordinanza n.1107 del 9 gennaio 2023, la Corte di Cassazione ha stabilito che la riproduzione non autorizzata di unimmagine creativa di un fiore rappresenta una violazione del diritto dautore, anche nellipotesi che il risultato finale sia arrivato grazie allausilio di una intelligenza artificiale. Il caso riguarda un ricorso della Rai contro lautrice dellimmagine, già vincitrice in primo istanza e secondo appello per la sua creazione The scent of the night, condivisa sul web e in un libro e in seguito utilizzata dallazienda radiotelevisiva come scenografia del Festival di Sanremo 2016. Il punto cruciale evidenziato dalla Corte è che in quanto rielaborazione di un fiore e non sua semplice riproduzione”, la stessa Rai ha riconosciuto, seppur, in modo implicito il carattere creativo dellimmagine, scegliendola come simbolo della manifestazione e accentuandone così il valore”.

© Chiara Biancheri

Restando alla visione italiana, dunque, la materia d’indagine ruota attorno al legame tra lelaborazione creativa del singolo autore e il ruolo assunto dalle opere, o parti di esse, generate dai sistemi di intelligenza artificiale. Se la prima apporta un valore significativo, lopera rientrerà sotto il cappello delle norme che tutelano il copyright. Più ampia è la concezione giuridica qualora venga a mancare il contributo umano: da una parte c’è chi considera lopera priva di tutela, dallaltra un orientamento che riconosce comunque un diritto di proprietà, di natura differente, però, rispetto alle odierne normative del diritto dautore.

Non potendo considerare lAI come soggetto giuridico, perché non esiste copyright in assenza di attività creativa delluomo, si entra nella sfera del diritto sui generis, associabile alla protezione prevista attualmente per chi crea banche dati e che va a premiare linvestimento di natura tecnologica del produttore. Concezione questa che non mette daccordo allunanimità gli esperti di diritto, poiché c’è chi ritiene opportuno riconoscere il diritto allutilizzatore del sistema AI, determinante per aver ottenuto unopera comunque unica grazie al suo intervento. Differenti punti di vista che richiedono un intervento urgente del legislatore per delineare il perimetro entro cui muoversi rispetto alle opere create mediante il ricorso a software AI, in particolare laddove non sussistono i termini di un chiaro contributo umano.

© Fumetto Zarya of the Dawn

A rendere complicato il compito dei decisori è levoluzione degli stessi sistemi di intelligenza artificiale, che mutano, aggiungono e tolgono dettagli con una velocità insostenibile per gli organi di giudizio. Che a loro volta si trovano coinvolti in contese su un terreno scivoloso, finendo per esprimere giudizi affrettati e tornare sui propri passi per rivedere casi senza precedenti. Un esempio è quanto accaduto con Zarya of the Dawn, fumetto di 18 pagine realizzato da Kris Kashtanova che ha ricavato le immagini da Midjourney, uno dei più noti e gettonati software AI che generano immagini in risposta a determinati prompt. In un primo momento, il Copyright Office statunitense ha accettato la richiesta di tutela dellopera, scoprendo solo dopo che lautrice aveva utilizzato Midjourney, aspetto mancante nella domanda iniziale. A quel punto, i tecnici hanno preso tempo per analizzare la questione, per poi annullare la registrazione originale, modificata confermando la tutela ai testi ma non più alle immagini, poiché “opera darte generata tramite intelligenza artificiale”.

Nonostante le pretese di Kashtanova circa le numerose indicazioni descrittive fornite al sistema di AI per generare immagini il più aderenti possibile alla sua idea, per lUfficio registri non si può accreditare un diritto dautore perché è vero che Midjourney genera immagini in relazione alle richieste ma lo fa in maniera imprevedibile. Un aspetto che secondo i decisori americani fa cadere la presenza di una mente creativa alla base delle stesse immagini. Considerata come una delle prime sentenze riguardo a opere d’arte e intelligenza artificiale, l’esempio dimostra come per ora si naviga a vista, anche e soprattutto perché dinanzi all’evoluzioni dei sistemi AI non si può fare altrimenti. 

 

Alessio Caprodossi per Zampediverse | Giornalista freelance, esperto di tecnologia e consulente per aziende e progetti editoriali, collabora con testate italiane e internazionali come Panorama, Mashable, Esquire, 4i-Mag.