Go Nagai e i suoi Demoni

Go Nagai. Al secolo Kiyoshi Nagai, è uno dei mangaka in assoluto più famosi. È conosciuto in tutto il mondo soprattutto per aver lanciato il filone dei “Super Robot” con Mazinga Z, e di averlo perfezionato con i suoi lavori successivi. Nella sua carriera ha firmato lavori di generi anche molto diversi, andando dalla commedia erotica fino all’horror, distinguendosi sempre per il suo piglio innovatore. Tra i suoi personaggi a tinte fosche più noti c’è infatti Devilman, personaggio che, malgrado i decenni trascorsi dalla sua prima apparizione, ha dimostrato di essere ancora attuale…

nagai

Devilman è certamente uno dei manga più famosi di Go Nagai; pubblicato tra il 1972 e il 1973 è diventato un punto di riferimento del manga horror determinando lo sviluppo del genere negli anni successivi, e non ha mancato di influenzare anche il mondo degli anime.

Con Devilman, Nagai crea un mix di elementi originale e per certi versi avvicina il mondo del fumetto “super-eroistico” a quello dell’horror in stile nipponico. Infatti Akira Fudo, rispetto agli usuali protagonisti degli horror classici, non è la tipica persona disarmata in balia di eventi sovrannaturali e terrificanti, è lui stesso dotato di poteri e capacità demoniache, cosa che lo pone ben al di sopra di un semplice umano e gli permette di affrontare le minacce che incontra ad armi pari, e per molti aspetti Devilman stesso è così potente da essere spesso molto superiore agli altri demoni.
Nagai riversa in questo manga una forte critica sociale, descrivendo la contrapposizione tra uomini e demoni, nemici atavici dell’uomo, infidi, crudeli e mostruosi, ma anche altra faccia della medaglia e specchio deformante della stessa umanità.

Devilman è stato trasposto nel 1972 in una serie animata dai contenuti molto stemperati rispetto all’originale, serie molto conosciuta e apprezzata anche da noi in Italia. Nella versione animata la trama ha subito molti mutamenti, l’aspetto del protagonista è stato “abbellito”, reso più simile ad un super-eroe che ad un’inquietante creatura demoniaca, e la violenza grafica è stata molto ridimensionata. Altra differenza importante tra le due versioni è la mancanza nell’animazione del personaggio di Ryo Asuka, fondamentale nel manga e figura dal taglio decisamente controverso. Inoltre, la sceneggiatura generale dell’anime Devilman si compone di un susseguirsi di nemici con relativi scontri secondo un format ripetitivo, come tipico delle serie animate del periodo. Nonostante questo alleggerimento dei contenuti, negli anni ’90 la serie ha comunque scatenato polemiche in Italia, molto dopo la prima messa in onda, tanto che non è stata più trasmessa in chiaro dal 1994. Una peculiarità dell’edizione italiana degli anni ottanta sta nel fatto che il doppiaggio è stato affidato a soli tre doppiatori, i ben conosciuti: Massimo Corizza, Beatrice Margiotti e Renato Montanari.

I due Devilman – Anime e manga a confronto

Visto il grande successo raggiunto dal manga in Giappone, negli anni ‘80 per andare incontro ai fan si è pensato di creare un adattamento che fosse più fedele all’opera originale, e per questo motivo sono stati prodotti due OAV, tra il 1987 e il 1990, che grossomodo includono l’arco narrativo raccontato nelle prime due parti del manga originale. Nel 2000 viene poi realizzato un altro OAV tratto dal manga spin-off  “Amon Devilman Mokushiroku” (Amon: l’Apocalisse di Devilman), scritto da Nagai e disegnato da Yu Kinutani che compie in pratica una rivisitazione dei capitoli finali della saga originale.

Gli OAV sono conseguenze dirette del primo manga e hanno quindi  un taglio molto diverso da quello della serie animata storica. Sono decisamente cupi, connotati da una forte violenza grafica, a tratti anche estrema, e da un forte pessimismo. Si può citare ad esempio, Amon: l’Apocalisse di Devilman, che già dai primi minuti mostra una società sconvolta e alla deriva, dove crudeltà e violenza fanno da sfondo alla stupidità degli uomini che, terrorizzati, portano avanti una sorta di caccia alla streghe autodistruttiva con conseguenze catastrofiche.

Nel tempo Devilman ha creato un vero franchise, apparendo in cross-over con altri famosi personaggi nagaiani e non. Come i film Mazinga Z contro Devilman (1973), il manga Getter Robot VS Devilman (2010) e la serie di 3 OAV Cyborg 009 contro Devilman (2015), che vede un incontro/scontro tra Devilman e la famosissima squadra di cyborg creata da Shōtarō Ishinomori.

Non mancano poi gli spin-off, come il recente manga Devilman G (2012), scritto da Nagai e disegnato da Rui Takato, una visione alternativa della saga originale, o il manga Devil Lady (1997), realizzato da Nagai per testi e disegni, che presenta una versione al femminile del suo famoso personaggio demoniaco con una storia ed un contesto molto traslati rispetto all’originale.
Di Devil Lady è stato inoltre realizzata nel 1998 una serie televisiva animata di 26 episodi, con l’ottimo character design di Shinobu Nishioka.

Cover della trasposizione animata del manga di Devil Lady

È doveroso inoltre notare che nel 2004 è uscito nelle sale anche un film live action su Devil Man, diretto da Hiroyuki Nasu.

Il franchise di Devilman continua tuttora a suscitare l’interesse del grande pubblico di manga e anime, è infatti in arrivo per l’anno prossimo il nuovissimo Devilman Cry Baby, realizzato da Masaaki Yuasa, originalissimo cartoonist che ha all’attivo film e serie tv molto controcorrente come Mind Game, Tatami Galaxy, Kaiba e Ping Pong the AnimationLa serie composta da dieci episodi è attesa su Netflix per la primavera del 2018, e dai trailer visti promette di essere vicina alle atmosfere del primo manga.

L’attesissimo Devilman Cry Baby di Masaaki Yuasa

Le creazioni legate al mondo demoniaco di Nagai, non si fermano al solo Devilman, bisogna citare infatti anche Mao Dante, manga del 1971, che è comunemente considerato il precursore di Devilman e racconta una storia che ha molti punti in comune con quest’ultimo. Il manga è di per sé è incompleto, mancando di un vero finale, ma nel 2002 è stata prodotta una serie animata di 13 episodi che, nonostante diverse differenze con il manga, da alla storia una sua conclusione. Sempre in tema demoniaco, il poliedrico Nagai ha all’attivo anche una sua versione della Divina Commedia di Dante Alighieri, realizzata tra il 1993 e il 1995. Del resto Nagai aveva già citato in passato il poeta fiorentino con lo stesso Mao Dante, originariamente ispiratogli dalle illustrazioni di Gustav Doré realizzate per la Divina Commedia.

Giorgio Salimbeni