Avventura nel grande Nord: Golden Kamuy

Si è conclusa lo scorso aprile la serializzazione su rivista di Golden Kamuy, l’apprezzatissimo manga di Satoru Noda, e già si attendono l’uscita degli ultimi volumi monografici (per fine giugno e metà luglio), l’arrivo della quarta stagione della serie animata ed anche un adattamento cinematografico. Può sembrare lo standard per un manga di successo come ne abbiamo visti tanti, se non fosse per il fatto che Golden Kamuy non è affatto un manga come se ne sono visti tanti, anzi…

Dal debutto sulle pagine di  Weekly Young Jump, rivista storica dell’editore giapponese Shueisha dedicata ad un target seinen (termine che identifica in genere un pubblico giovane dall’età dell’università in poi), Golden Kamuy non ha mancato di farsi notare per le sue tantissime peculiarità e per aver saputo sintetizzare in sè tanti generi narrativi classici, da tempo lontani dal mondo dell’immaginario del manga.

La prima cosa che salta all’occhio è sicuramente l’ambientazione in cui si svolge il manga: nella terra degli Ainu, all’estremo nord del Giappone, all’inizio del ‘900, subito dopo la fine del conflitto russo-giapponese. Il soldato semplice Saichi Sugimoto, reduce da una guerra che gli ha lasciato cicatrici profonde nel corpo e nell’anima, dopo essersi guadagnato il soprannome di “Sugimoto L’immortale” per l’estrema combattività e la ferocia dimostrata sul campo di battaglia, invece di tornare al suo paese di origine decide di improvvisarsi cercatore d’oro in Hokkaido, per aiutare economicamente la famiglia di un caro amico morto in battaglia.
Durante la sua poca fortunata ricerca, viene a sapere da un uomo misterioso incontrato sulle montagne del furto di un’immensa quantità di oro ai danni delle popolazioni locali che è costato la vita a molti Ainu. Secondo il racconto del viandante, il misterioso ladro (conosciuto come “Noppera Bo“, il nome di un mostro senza volto del folclore giapponese) è stato catturato dalle autorità ed è imprigionato in un carcere di massima sicurezza in Hokkaido. Ma non è tutto: Noppera Bo durante la prigionia si è alleato con un gruppo di detenuti e, prima che questi potessero evadere, ha disegnato sui loro corpi dei tatuaggi che uniti vanno a formare una mappa in codice che indica l’ubicazione dell’oro. Sugimoto si trova quindi invischiato in una sanguinosa caccia all’uomo per recuperare tutti i frammenti della mappa; per far questo si allea con Asiripa, una giovanissima quanto tenace ragazza Ainu che ha perso il padre durante il furto dell’oro e che si offre di fargli da guida nelle insidiose terre del nord in cambio dell’aiuto per trovare l’assassino del padre.

Golden Kamuy racchiude in sé un universo narrativo affascinante e variegato: c’è l’avventura nel grande nord alla Jack London, la caccia al tesoro alla Stevenson, il samurai-western di frontiera alla Kurosawa e l’atmosfera macabra dei racconti grotteschi alla Poe (o meglio alla Ranpo Edogawa, uno dei grandi esponenti della letteratura giallo/gotica della prima metà del ‘900 in Giappone), il tutto condito con una buona dose di eventi davvero cruenti, lotte per la sopravvivenza, racconti di battaglie, inseguimenti mozzafiato, mistero, intrighi e complotti. C’è anche spazio per momenti spassosi e molto hummor nero, senza dimenticare i tanti approfondimenti sulla storia e sulla cultura degli Ainu, aspetto a cui viene dedicata grande attenzione dall’autore. 

Anche il vasto ed eterogeneo cast di personaggi in lotta che si avvicendano in questa disperata caccia all’oro non è da meno: sebbene molti ricoprano dei ruoli abbastanza tipici all’interno della narrazione avventurosa, è difficile non trovare in ognuno di questi degli aspetti unici e peculiari. Dai personaggi più inquietanti o grotteschi (e sono parecchi!) a quelli più divertenti o trascinanti, tutti hanno le loro motivazioni, una storia ed una personalità ben definita.

Il manga di Noda risalta anche per la veste grafica: i disegni mantengono sempre un grande livello di dettaglio per particolari e ambientazioni, nel contempo non rinunciano a dare una costante idea di dinamismo. Le fisionomie dei personaggi, anche quando più volutamente irreali, sono estremamente carattarizzate, ognuna con tratti distintivi molto forti.

Malgrado la qualità molto alta del materiale di partenza, la serie tv animata tratta dal manga (realizzata dal Geno Studio e mandata in onda sulle reti giapponesi e disponibile per lo streaming a partire dal 2018) ha sofferto soprattutto nei primi episodi di una resa grafica non sempre all’altezza, probabilmente anche a causa di iniziali titubanze di produzione e budget per un progetto che per la sua atipicità poteva risultare abbastanza rischioso. Sono state fatte ad esempio alcune scelte discutibili, come quella di realizzare parte degli ambienti e gli animali con una grafica tridimensionale poco amalgamata con i personaggi in 2D che ha prodotto riultati abbastanza stridenti. Fortunatamente nel corso della programmazione abbiamo assistito ad un progressivo innalzamento dell’aspetto qualitativo, immaginiamo anche grazie al buon seguito di pubblico che la serie ha saputo guadagnarsi durante la programmazione delle sue tre stagioni di 12 puntate ciascuna.

Alla fine dello scorso anno, durante un evento dedicato a Golden Kamuy, è stata annunciata la quarta stagione della serie animata. Non è stata ancora comunicata una data precisa per l’uscita, però la produzione ha fatto sapere che ci sarà un grosso cambiamento nello staff: dal Geno Studio, che ha curato le prime tre stagioni e gli OAV, l’incarico per la realizzazione passerà a Brain’s Base, studio di animazione che ha esordito nel 1998 con il nagaiano Getter Robot – The Last Day. Visto l’avanzamento della storia finora, è possibile aspettarsi una stagione più lunga rispetto alle precedenti, oppure una successiva quinta stagione prima del finale.

Come dicevamo poi in apertura, è stato da poco annunciato anche un adattamento live-action di cui non per ora non si sa molto. Noi siamo molto timorosi a riguardo, perché come capita nella stragrande maggiornaza dei casi le trasposizioni cinematografiche dei manga tendono a stravolgere il materiale d’origine per essere proposte ad un pubblico più vasto, e come si sa un grande pubblico porta grandi compromessi… 

Tutte queste iniziative dimostrano comunque che l’interesse per questo manga seinen così particolare ha continuato costantemente a crescere, tanto che nel corso dei suoi otto anni di pubblicazione Golden Kamuy ha avuto diversi riconoscimenti importati, come ad esempio la vittoria del prestigioso Premio culturale Osamu Tezuka.  

In occasione della conclusione del manga, il cui 314° e ultimo capitolo è stato pubblicato lo scorso 28 aprile, l’artista Tomohiro Kajiyama ha realizzato un’opera dedicata a Golden Kamuy intitolata “The snow comic”. L’opera in questione consiste in un disegno di 100 x 70 metri raffigurante i ritratti di Tsugimoto e Asiripa, tracciato fisicamente dall’artista con i suoi passi su una distesa di neve in Hokkaido. Difficle trovare un posto migliore!

In Italia il manga di Golden Kamuy è pubblicato da J-Pop MangaEdizioni BD, mentre la serie animata è visibile in streaming sottotitolata sulla piattaforma di Crunchyroll.

Giorgio Salimbeni