La nuova feature dei messaggi vocali risolleverà l’audio sui social?

Al momento del lancio si era pensato a uno scherzo. In un universo social sempre più dominato dall’immagine e dal video, dalle GIF risorte dagli anni ’90 fino agli streaming sulle piattaforme, l’idea che si potessero fare semplici dirette audio via Twitter era sembrata un gioco da nerd. Poi è arrivato Instagram, che nel penultimo aggiornamento ha aperto alla possibilità di inviare messaggi vocali via Direct: il social di Mark Zuckerberg sta puntando moltissimo alla trasformazione del suo core business, lavorando sulla messaggistica perché diventi l’estensione di WhatsApp.

Ma quello che è venuto in mente a Jack Dorsey e soci, ovvero la possibilità di dedicarsi allo streaming audio tramite Twitter, è particolarmente interessante perché potrebbe aprire nuovi piccoli orizzonti alla radio sui social e, di conseguenza, una nuova ottica anche per la fruizione dei podcast delle eventuali trasmissioni che decidessero di tentare una via di condivisione differente.

La nuova feature delle dirette streaming audio si appoggia a Periscope, il primo social che nel 2014 aprì ai videostreaming e che poi è stato acquisito da Twitter. E vista l’immediatezza iniziale del social di partenza, anche trasmettere in diretta streaming audio è altrettanto rapido. Bastano pochi passaggi: si apre la app di Twitter sullo smartphone e si va sul pulsante del nuovo tweet, come se si dovesse scrivere. Si clicca su “vai in diretta” (o “live” in caso la si usi in inglese) e si seleziona l’opzione “solo audio”. Pochi secondi e la connessione sarà attiva. Tutto qui: immediato, rapidissimo e facile da eseguire pressoché per chiunque.

Anche le trasmissioni potranno lanciarsi nella sperimentazione: che siano lunghe chiacchierate con ospiti in studio o brevi rubriche da gustarsi nel giro di pochi minuti. La possibilità di andare in diretta audio in qualunque momento è un bel passo da parte di Twitter che non fa mai nulla per niente, ma sta cercando di riposizionarsi dopo che la potenza video di Periscope è stata rapidamente scalzata dall’esplosione delle dirette Facebook e dalla riaffermazione di YouTube, che ha contribuito a sottolineare il primato di video-social assoluto (e più lungimirante).

Uno dei problemi principali del posizionamento dell’audio-first è proprio quello della diversa specificità dei linguaggi che comunicano online. La difficoltà nel far dialogare strumenti essenzialmente video con le peculiarità del linguaggio radiofonico audio-only, perché di questo si tratta, sono tuttora molteplici e il tentativo di portare la radio sui social ha comunque iniziato a dare buoni frutti, pur integrandola, per necessità, con la trasmissione in video (la radiovisione).

La possibilità di realizzare streaming solo audio via Twitter è certamente un bell’esperimento, anche se dal lancio dello scorso settembre a oggi dalle parti di San Francisco non è ancora stata certificata la quantità reale di utilizzo della feature integrata sul social dei cinguettii. Al momento il riposizionamento di Twitter come social di audio e podcast è ancora soltanto teorico e di sicuro non sarà totale, vista la sua potenza di fuoco sui livetwitting degli eventi del momento. Ma non è detto che nella vasta galassia del podcasting non trovi il suo posto proprio per la capacità di trasmettere gratuitamente in streaming audio da qualunque parte del mondo, connessione permettendo.

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