Junji Ito, uno degli indiscussi maestri del manga horror

Chi segue il manga dalle tinte più fosche non può non conoscere uno dei suoi autori più importanti: Junji Ito. Mangaka e sceneggiatore cinematografico, ma soprattutto genio visionario.

Junji Ito, classe 1963, ha un curriculum lavorativo abbastanza insolito. Dopo aver conseguito il diploma presso una scuola professionale inizia una promettente carriera come odontotecnico, durante la quale continua a coltivare come hobby la sua passione per il manga. La vittoria nel 1987 del premio Kazuo Umezu (autore di culto di cui Ito è un grande appassionato), ottenuta con il suo primo lavoro intitolato Tomie, lo sprona a lasciare in modo definitivo il lavoro di odontotecnico per diventare un mangaka a tempo pieno.

L’iter lavorativo di Ito lo accomuna che per certi versi ad un altro grande del fumetto nipponico come Monkey Punch, il creatore di Lupin III, che analogamente decide di lasciare un lavoro avviato come radiologo per dedicarsi al manga.
Questi repentini cambi potrebbero non sembrare così estremi, ma, se si considera che nella società giapponese quando si abbraccia un lavoro è in genere per tutta la vita, lasciare una professione, soprattutto se solida e dopo un costoso percorso di studio, è in Giappone una cosa abbastanza improbabile.

Junji Ito condivide con il suo maestro Kazuo Umezu un gusto spiccato per la rappresentazione fisica del grottesco e l’indole a creare situazioni surreali. Anche lo stile del disegno degli esordi presenta molti debiti nei confronti di Umezu, anche se poi nel corso degli anni si è evoluto in una direzione differente, ripulendo e ammorbidendo il tratto.

Dal punto di vista delle storie, un altro grande riferimento di Junji Ito viene da molto lontano rispetto il suo ambito culturale e si ritrova nello scrittore americano H.P. Lovecraft. Con questo condivide la capacità di rappresentare terrori ancestrali e ineluttabili che si nascondono nella banalità del quotidiano, di orchestrare immense maledizioni che coinvolgono le collettività come cataclismi paranormali, reinterpreti però con uno spirito vicino al folclore nipponico e con la percezione tipica giapponese del sovrannaturale. Il tutto a sprazzi condito anche da una nota personale di humor nero e un certo amore per l’assurdo ed il paradossale.

Anche se Ito non inventa un’unica cosmologia per le sue storie, ma costruisce dei cicli di storie ambientati in universi ben distinti, la vicinanza con l’autore americano si riflette anche nell’uso di creare serie di racconti brevi all’apparenza scollegati e con protagonisti diversi, aventi però come filo conduttore lo stesso “mostro” o fenomeno sovrannaturale, come ad esempio accade con il ciclo di Tomie.

La saga di Tomie si struttura in una serie di storie auto-conclusive che hanno come costante la presenza della bella Tomie, una sorta di creatura immortale e fondamentalmente malvagia dalle sembianze di una giovane che ha il potere di stregare gli uomini fino a portarli alla follia. Tomie è quasi una sorta di creatura mitologica in grado di rigenerare il proprio corpo da ogni frammento e che finisce quasi immancabilmente con il farsi mutilare dagli stessi che ha stregato, come fosse una sorta di rituale infinito.

 Tomie

Altro grande esempio in questo senso è la serie di Uzumaki (Spirale), che racconta le vicende legate ad un villaggio su cui si è abbattuta una terribile maledizione che si manifesta sui suoi abitanti sotto la forma ricorrente di una spirale. Qui il concetto della spirale diventa una rappresentazione metafisica del terrore creando fenomeni atmosferici, tragedie, imprimendosi nelle carne degli abitanti, mutando o distorcendo i loro corpi con rappresentazioni della forma della spirale, fino ad arrivare ad esiti onirici ed inquietanti.

 Uzumaki

 

Junji Ito ha collaborato a portare sul grande schermo le sue storie come sceneggiatore dei film tratti dai suoi stessi manga. Tra gli altri ha infatti realizzato gli screenplay di tutti e otto i film usciti su Tomie e della versione cinematografica di Uzumaki.

Alcuni poster dei film della serie di Tomie

Come per quanto accade con Kazuo Umezu, la presenza delle opere di Junji Ito in Italia è molto limitata. A quanto ci risulta a tutt’oggi è reperibile solo il primo volume Tomie, pubblicato dalla Hazzard Edizioni di Milano.
Speriamo che la recente pubblicazione di Cat Eyed Boy da parte della In Your Face e la futura di Drifting Classroom da parte della Hikari, entrambi manga di Kazuo Umezu, risveglino interesse nei confronti del manga horror più viscerale e ci portino di conseguenza anche molti altri esempi della vastissima produzione di Junji Ito. Per iniziare non sarebbe male vedere Uzumaki, che personalmente riteniamo il suo capolavoro, ma anche l’ottimo Rojiura ed anche Black Paradox.

Giorgio Salimbeni